Info e storia admin Agosto 24, 2023
AMALPI CENTER

Info e Storia

Il centro Grandi Frane Alpine nasce come sede di studio e raccolta documentazione, con ruolo formativo di sito e museo legato ai disastri e con l’obiettivo di promuovere la cultura della prevenzione.

È la “porta”, il punto di partenza dell’itinerario Amalpi Trek che dal Passo del Maloja alla regione del San Gottardo permette di riscoprire antichi e nuovi percorsi, con le loro peculiarità naturali e antropiche (cascate, borghi), storico-archeologiche (come gli scavi a Piuro con le loro nuove scoperte) e gastronomiche (come i piatti preparati nelle pentole in pietra ollare, i lavecc).

Per approfondire ulteriormente il tema, l’AMALPI CENTER di Chiavenna, a partire dalla sua inaugurazione di ottobre sarà sempre attivo nella promozione di iniziative, spazi espositivi dedicati, ricostruzioni digitali, mostre fotografiche ed una mostra permanente in sede.

Il borgo è citato per la prima volta in un documento del 973 come Prore, termine che nelle testimonianze successive si alterna con Plurium, che infine ebbe il sopravvento. Tale nome lo si fa solitamente derivare da petrorium, cioè zona di pietre, oppure da plorare, riferendosi a una leggenda secondo la quale il borgo originario sorgeva più a est dell’attuale: questi fu poi distrutto da un’alluvione e risorto più a valle. Di tale tragedia non è però rimasta alcuna testimonianza. Piuro si trova nella Val Bregaglia italiana, una ramificazione della Valchiavenna e attuale provincia di Sondrio. È necessario passare da Piuro per raggiungere i passi del Maloja, del Julier e del Septimer, anticamente tra i principali passaggi diretti tra l’Europa settentrionale e l’Italia. Si tratta dunque di un luogo strategico di transito e di unione. La Valchiavenna, in età romana, rientrava nella vasta Civitas comasca, e in quest’epoca non esisteva distinzione tra ciò che era al di qua e ciò che invece era al di là delle Alpi: i Romani cercarono di fondere le due zone in un’unica realtà geo-politica. La Valchiavenna si trovava dunque nella zona-cerniera tra le due regioni. Una prima divisione avvenne con la caduta dell’impero romano e la costituzione del regno dei Bavari al nord e quello dei Goti, e poi Longobardi, a sud. Una nuova unità fu poi con Carlo Magno, che nel 774 ricompose l’Impero.

Con la suddivisione dell’Impero in tre regni, sancita dal trattato di Verdun (843), fu poi avviato il distacco tra l’area tedesca e l’area italiana. Seguendo l’ideale di una restaurazione dell’antico impero romano, gli Ottoni favorirono una politica dei passi: le vie che permettevano il transito tra la Germania e l’Italia dovevano essere aperte e affidate a sudditi fedeli dell’imperatore. Fu in quest’epoca che vennero a tal fine create le contee di Bellinzona, della Mesolcina e della Val Bregaglia, e forse durante il regno di Ottone I (963-973) venne creato il contado di Chiavenna. Fin dall’XI secolo Piuro apparteneva al Comune di Chiavenna ed era già il centro principale della lavorazione della pietra ollàre, materia con la quale venivano torniti ‘laveggi’, cioè pentole usate principalmente per la cottura e la conservazione dei cibi. Tale artigianato, assieme al commercio della seta, diede notevole benessere al borgo fino all’inizio del XVII secolo. A questi vanno aggiunti gli introiti derivati dal monopolio dei trasporti lungo la strada del Settimo. Dal punto di vista dell’agricoltura, a Piuro e in tutta la Val Bregaglia, si coltivava segale, miglio, paníco, orzo, frumento, vino e castagne e si allevavano mucche, maiali, pecore, capre e capponi.

Nel 1097 è testimoniato un console di Piuro e nel 1133 e 1135 un consiglio: seguirono, per tal ragione, numerose dispute tra Chiavenna e Piuro, che portarono alla completa indipendenza di quest’ultima, che divenne un comune autonomo che comprendeva la Val Bregaglia attualmente italiana. Piuro e la Valchiavenna passarono, nel 1335, ai Visconti duchi di Milano e quindi agli Sforza che ne presero il posto. Dopo la dominazione sforzesca e quella francese, che era subentrata a quella Milano nel dominio della valle, nel 1512 la Valchiavenna passò sotto la Repubblica delle Tre Leghe grigie o dei Grigioni. A capo della giurisdizione piurasca era un podestà-giudice, eletto ogni due anni tra i maggiorenti dei comuni dei grigioni. L’amministrazione del Comune era invece affidata al console e ai consiglieri locali. Nel 1539 è inoltre testimoniata attiva una comunità di riformati, alla quale venne assegnata l’antica chiesa di Santa Maria. Nel XVII secolo Piuro e la Valchiavenna passarono per momenti alterni sotto la protezione francese e spagnola, ma fu solo con Napoleone e la Repubblica Cisalpina (1797) che questo territorio si staccò in maniera definitiva dal potere grigione. Il Congresso di Vienna affidò la zona al regno lombardo-veneto. Nel 1859 la Valchiavenna entrò a far parte del regno di Sardegna e dal 1861 del Regno d’Italia.

Prima della frana Il borgo di Piuro sorgeva a sud dell’attuale frazione Borgonuovo. Provenendo da Chiavenna si incontrava all’inizio del paese, a sinistra della strada, la chiesa collegiata di San Cassiano. Dietro a questa era il palazzo di residenza della famiglia Vertemate Franchi, la più potente di Piuro. Il palazzo era caratterizzato da colonnati, cortili, giardini, un acquario, statue e fontane con giochi d’acqua. Il ponte maggiore, di fronte al palazzo, portava al Pretorio e, più oltre, alla chiesa di Santa Maria. Poco dopo il ponte, a sinistra, una strada saliva verso la collina di Scilano, sulla quale si ergeva la chiesa di San Giovanni Battista e il castello. Altri palazzi appartenevano ai Beccaria e ai Brocchi, altre famiglie importanti e dedite al commercio. Palazzi più piccoli erano quelli delle famiglie Scandolera, Lumaga, Camogli, Rota, Giulini, e ancora Losio, Mora, Buttintrocchi, Serta ecc. Nel borgo vi erano anche alcune osterie, un albergo, due macelli e, poco fuori dal centro, i crotti, luoghi caratteristici della Valchiavenna e dove venivano conservati il vino e gli altri prodotti alimentari.

Il Comune di Piuro con l’Associazione Italo-Svizzera per gli scavi di Piuro realizza all’inizio degli anni novanta la ricostruzione plastica dell’evento catastrofico, con la collaborazione fattiva della Società Idroelettrica Svizzera KHR e dell’ISMES e dello studio grafico Castelletti di Bergamo, con la rappresentazione plastigrafica tridimensionale della Piuro prima della Frana, dopo la Frana e la situazione attuale. Questi pannelli sono tuttora esposti nell’area scavi del 63/66 e c/o Museo di S.Abbondio.